Come convivere con il proprio umano in poche e semplici mosse ai tempi del Coronavirus
Mi presento: sono Catiss, una gatta tigrata grigio-perla nata due anni fa in Lunigiana, milanese per caso, malandrina per vocazione. A dire il vero, quel giorno di luglio ho pescato la mia carta fortunata. Ciro, il gattino nero prescelto per il grande balzo dalla campagna pontremolese a Milano, pensò bene – MOLTO bene, a mio avviso - di non frasi trovare e così toccò a me quel giro di giostra. E che giostra!
Una volta a Milano, scoprii che nella mia nuova casa non ero sola: oltre a Patrizia, la guardiana umana, c’era pure un fratello, Phillo, un simil Turco Van nato in Sardegna dieci anni prima, fin da cucciolo lui pure residente a Milano: un gattone dal pelo lunghissimo e soffice color crema con un tocco di cannella: serio, autorevole, poco incline alle smancerie, solido come una roccia. Conquistarlo fu facilissimo, sebbene a sua insaputa...
Ben presto ci trasformammo in una coppia diabolica, almeno per quanto riguarda la scientifica messa a punto di situazioni con le quali mettere alla prova la pazienza della nostra amatissima guardiana. Il balcone della cucina fu da subito il mio case study preferito. Per giorni mi concentrai per capire come arrampicarmi sui tralicci di legno; alla fine, soddisfatta, in una manciata di secondi riuscii in un duplice intento: scalare i due metri di altezza fino in cima dondolandomi e far prendere alla mamma la sola decisione che MAI avrebbe voluto prendere: mettere in sicurezza il balcone con una rete da pescatore, sulla quale ancora non sono riuscita ad avere la meglio. Ma non dispero. Phillo, più riflessivo e tecnico, fin da cucciolo si era invece specializzato ad aprire e svuotare cassetti, divorando con gusto pagine di libri (quelli che la mamma stava leggendo), dopo averli gettati per terra. Competenze che mi ha trasmesso con notevole successo.
Con un simile bagaglio di esperienza alle spalle, riuscite ad immaginare qualcosa di più elettrizzante e stimolante che stare chiusi in casa per giorni e settimane con un umano (il TUO umano, quello di cui conosci tutto, punti deboli, manie ed abitudini, in una parola, quello che hai addomesticato) a disposizione h24?
Ore 6.00: Sveglia! Si dorme ancora? Abbiamo fame! Colazione, please! Possibilmente con due diverse opzioni: secco e umido. Dimenticavamo: l’acqua è la stessa di ieri sera, va sostituita.
Ore 8.30: Lei accende il PC...mi sa che deve lavorare, noi intanto stiamo un po’ sul balcone, c’è il sole alla mattina ed i fiori quest’anno sono precoci....
Ore 11.00: il PC è ancora in funzione......e se provassimo a camminare un po’ sulla tastiera insistendo sulle varie combinazioni di tasti per vedere l’effetto che fa? Magari così lei si fa un giro in cucina e dà un’occhiata alle ciotole.
Ore 13.00: Non è ancora tempo del lunch break? Sì, è vero, c’è ancora qualche rimasuglio della colazione, ma ormai è vecchio, noi non lo mangeremo MAI. Capito?
Ore 14.00: perché solo lei può stare al sole sul balcone? Se stiamo bravi e non tentiamo di mordicchiare tutte le piante, possiamo starci un po’ anche noi?
Ore 18.00: un po’ di gioco di gruppo, finalmente! Palline, cordini e pupazzi sono tutti sotto i divani, chissà chi ce li ha buttati???
Ore 20.00: la cena è servita!
Ore 23.00: finalmente tutti sul lettone! Com’è bella la nostra vita al sicuro!