Impossibile sapere se la disabilità di Jonny è dovuta a un incidente o se è congenita. Lo hanno trovato, preso a carico e portato al canile, dove una buona stella lo ha portato a conoscere Damaris. Inizia così il loro toccante viaggio insieme, tra alti e bassi, affetto reciproco e un continuo mettersi in gioco. In altre parole, una grande lezione di vita per entrambi, caratterizzata dall’insegnamento che un cane disabile rimane pur sempre … un cane a tutti gli effetti.
Jonny è nato in Sicilia nel 2016 e nel 2017 arriva in una struttura del nord Italia. Lo hanno trovato con una disabilità motoria alle zampe posteriori che riesce ad usare come stampella per le zampe anteriori, ma anche con una grande voglia di vivere. Quando ho visto Jonny, ho capito che forse era arrivato il momento di realizzare un’idea che avevo da tempo: adottare un cane con disabilità, anche se vorrei specificare che non era la sua disabilità che mi aveva colpita per prima. Damaris procede piano, ben consapevole del fatto che la convivenza con Jonny sarebbe stata probabilmente tutt’altro che facile.
Avendo già 3 cani, ognuno con il proprio vissuto, ognuno proveniente da un contesto “rescue” e con le proprie particolarità e esigenze, per me era fondamentale procedere passo per passo, per valutare la compatibilità del gruppo, a tutela dello stesso. Non procedere con un’adozione fatta solo con il cuore, ma ben gestita e valutata poiché, per me il “se non funziona lo riporto indietro” non era un’opzione.
Damaris sapeva che soprattutto il suo cane Tambo, piuttosto emotivo, avrebbe avuto bisogno di più tempo per accettare Jonny. Solo dopo innumerevoli incontri, quando la situazione si è normalizzata, l’adozione si è concretizzata.
Poi, con Jonny a casa ha iniziato il mio personalissimo percorso d’apprendimento. Guardando indietro, a Damaris sembra di aver viaggiato sulle montagne russe. Anche se la convivenza con Jonny non è sempre (stata) facile, è piuttosto esigente, ha una forte volontà e un grande temperamento, della mia scelta non mi sono mai pentita. Siamo finiti al pronto soccorso diverse volte e dobbiamo fare dei controlli regolari. Ho dovuto riorganizzare le mie giornate soprattutto per quanto riguarda le passeggiate e la gestione quotidiana è un continuo riadattarsi man mano che si presentano nuove difficoltà o esigenze per lui, come la subentrata incontinenza.
Per far fronte al problema delle passeggiate, Damaris inizia ad uscire separatamente con Jonny, non solo per rinforzare i muscoli, indeboliti dopo aver trascorso 3 anni in canile, ma anche per aiutarlo a superare delle paure causate dalla sua non conoscenza del “mondo”.
Le passeggiate con lui inizialmente erano brevi, non riusciva a camminare molto. Pian piano il suo corpo si è rinforzato, le passeggiate diventavano più lunghe e oggi posso uscire con lui in compagnia degli altri cani. Ha anche superato molte paure, confrontandosi con il mondo esterno.
Un consiglio per chi vorrebbe intraprendere una esperienza simile? È fondamentale farsi guidare dal cuore sì, ma prendersi il giusto tempo per capire se può funzionare all’interno del proprio contesto e non avere fretta. Essere disposti, pronti non si è mai, a fare dei cambiamenti, trovare soluzioni e fare delle rinunce. Un canile serio darà sempre tutto l’appoggio necessario e organizzerà degli incontri pre affido, quanti saranno necessari e con il giusto supporto, come è stato per noi. Nel quotidiano, però, ci siamo noi e il, o i nostri cani e bisogna considerare che ci possono essere dei momenti difficili: notti insonne, pulizie aggiuntive, e a volte può subentrare stanchezza e un senso di “disperazione”. Ma mi sento di dire che un’esperienza così è simile a una grande lezione di vita, è un percorso di crescita che facciamo insieme ai nostri compagni a 4 zampe.
A questo, Damaris aggiunge un altro concetto fondamentale, ossia che un cane disabile va considerato cane a tutti gli effetti, e non un “poverino”. Questo me lo ha insegnato Jonny. Soltanto con questa visione e convinzione potremo aiutare l’animale veramente.
Petra Rus