Malgrado il grande lavoro svolto per farlo conoscere, ancora troppo pochi sanno veramente di cosa si tratta. Parlo del marchio Max Havelaar, sinonimo di commercio equo.
Chi, come me, ha potuto "toccare con mano" cosa significa questo marchio per un
produttore, preferirà per sempre i prodotti che lo portano sull'etichetta. Per me è diventato ancora più importante del bio e posso spiegare perché.
Ho avuto l'occasione di visitare alcune cooperative di produttori di caffè in Messico.
Ho viaggiato sui bus che ancora portavano i segni dei colpi di arma da fuoco sparati contro i pionieri del commercio equo, bersagli dei "coyotes" che facevano sprofondare molti piccoli contadini nella miseria più assoluta. Il commercio equo ha dato una svolta notevole alla loro vita: l'unione davvero fa la forza.
Grazie alle condizioni dettate dal commercio equo (il prezzo minimo garantito, pagamenti anticipati per il raccolto e contratti a lungo termine) sono riusciti a costruire scuole, ospedali e di migliorare così lentamente la loro situazione.
Un piccolo produttore che può passare dalla miseria più assoluta a una vita più dignitosa, sarà più che stimolato a curare bene la sua piantagione, a salvaguardare la natura e a rinunciare il più possibile all'utilizzo di prodotti chimici nelle sue coltivazioni perché ... sono la sua unica e preziosissima fonte di guadagno. In altre parole, produrrà prodotti di ottima qualità che noi consumatori possiamo percepire, p.es. attraverso il gusto.
Costano di più? Dipende. Fatto sta che io preferisco diminuire il consumo di determinati prodotti, pur di poter acquistare quelli con il marchio. Un concetto basato sul rispetto, che porto avanti anche in Animal-in-forma, scegliendo prodotti e fornitori con cura.
Credo fermamente che ogni nostra scelta ha
un effetto boomerang: più facciamo i nostri
acquisti con testa, più gli effetti saranno positivi. Per loro, e per noi, perché tutto è collegato.